martedì 15 marzo 2016

La gallina va in Maremma

La gallina va in Maremma

I bambini della III sezione dell’infanzia e della VA della primaria lavorano insieme sulla storia 

In occasione del primo incontro, i bambini della III sezione hanno raccontato ai loro compagni della primaria una storia tipica della tradizione maremmana, “La gallina va in Maremma”.
Al termine del racconto, tutti insieme si sono divertiti a drammatizzarlo, improvvisando una esilarante scena teatrale.

C’erano due contadini che avevano un branco di galline, ma ce n’era una che non faceva mai le uova e i padroni se ne volevano disfare. La gallina allora decise di scappare e andare in Maremma. Cammina cammina incontrò una volpe. La volpe si avvicinò e disse: <Oh, stamani c’è proprio da sfamarsi bene!>.


Allora la gallina le disse:< Se ti accontenti di mangiare le ossa e la pelle che ho, altrimenti, se non hai fretta, quando ripasserò sarò più grassottella e mi mangerai>.

<Va bene> rispose la volpe e la lasciò andare.
La gallina riprese il cammino e, ormai stanca e priva di forze, arrivò finalmente in Maremma. Si mise a raspare un po’ di qua e un po’ di là, trovò tanta erbetta e fece una bella mangiata. Poi trovò tante belle lumachine e ancora tanta erba. Scese la notte e trovò un capanno per ripararsi. La mattina andava a raspare e trovava sempre tanto buon cibo. Così passarono i giorni e la gallina si rimise in forma. Un bel giorno si mise a fare le uova, ne fece dodici e si mise a covarle. Alla fine dei giorni, nacquero i pulcini, che diventarono grandi e belli perché avevano da mangiare ed erano contenti con la loro mamma.
Un giorno la chioccia disse: < E’ arrivato il momento di tornare in montagna, domani mattina ci sveglieremo presto e partiremo!>
C’era un campo di granturco, fece prendere a ciascun pulcino una pannocchia, come scorta di cibo.
<Reggetela bene, perché se la perdete non avrete nulla da mangiare durante il viaggio>, ma il più piccolo la perse subito.
Cammina cammina incontrarono di nuovo la volpe e quella, tutta contenta, disse:<Ma tu sei proprio la gallina che è passata di qui tanto tempo fa, è valsa la pena aspettare!!VI mangerò uno per uno>.
Poi guardò i pulcini e disse:<Cosa hanno in bocca?>.
Rispose la gallina:< Tutte code di volpe!>.
< E quello piccino perché non ce l’ha?>, chiese la volpe.
< Quello lì, vuole la tua!> rispose la gallina.
La volpe scappò a cento all’ora e non si rivide mai più.
Così, la gallina e i pulcini si rimisero in viaggio e arrivarono nell’aia. Quando i due contadini li videro, furono molto contenti e festeggiarono tutti insieme.









Durante il secondo incontro, i bambini della VA hanno raccontato ai compagni più piccoli la loro versione della storia, sulla quale avevano lavorato nei giorni precedenti, aggiungendo dialoghi divertenti e modificandone il finale.


 “La gallina va in Maremma”… rivisitata dai bambini della VA

Molti decenni fa, dei contadini mentivano alle mogli per andare al bar a giocare d'azzardo.
CONTADINO SI RIVOLGE ALLA MOGLIE : <Amo' vo' a fa la spesa pe mi nonna, tanto è vecchia che i piedi gli funzionano come il cervello de ‘na gallina >
LA MOGLIE :<Senti devi torna’ alle otto, sennò ti impicco dalle finestra >
CONTADINO :<Amo’! sta’ calma vado>
IL NARRATORE: Intanto il contadino si dirigeva al bar per giocare d'azzardo con gli amici
CONTADINO:<Ue! La mi moglie è noiosa, negli ultimi giorni è ingrassata : è un baule .Me ne sono sposata una e ne ho trovate due!>
NARRATORE :< Intanto la moglie si diresse al bar per prendere un caffè e sentì il marito parlare male di lei.
LA MOGLIE RIVOLTA AL BARISTA :<Scusa me presti ‘na padella?>
IL BARISTA :< Si, poi ridammela!>
IL NARRATORE :<La moglie si diresse al tavolo dove si trovava il contadino e gli sbatte' sul capo la padella. Poi lo mollò e se ne andò via>
IL CONTADINO <Amici mi potete ospitare da voi in fattoria per un po' di tempo?>
AMICI <Okay! Basta che non ce dai fastidio>
I CONTADINI <Sentite sta gallinaccia, non depone più le uova, per me va eliminata>
UN CONTADINO <Prendo l'accetta: sgozziamola !!!>
UN ALTRO CONTADINO   <Facciamone un brodo, tanto è bono.>
LA POVERA GALLINA CHE PENSA TRA SE <Porca miseria, questi mi uccidono. Stanotte scappo >
IL NARRATORE <La gallina partì e si incamminò verso la Maremma. Ad un certo punto incontrò una volpe.>
LA VOLPE <Ora si mangia, uhmmm che fame!!>

LA GALLINA <Se vuoi mangiare pelle e ossa accomodati pure, io al posto tuo aspetterei quando torno, sarò più cicciottella >
LA VOLTE <Va bene, va’ pure >
IL NARRATORE <La gallina arrivò in una stalla, ebbe molti pulcini e ingrassò: grazie al grano, all'erba e al frumento >
LA GALLINA <Figli miei prendete una pannocchia ciascuno e stringetela forte così nel lungo tragitto potrete mangiare>
 IL NARRATORE <Il pulcino più piccolo lo fece cadere subito. Partirono ripercorrendo la stessa strada che la gallina aveva fatto all'andata. Ad un certo punto incontrarono la volpe>
LA VOLPE <ecco chi si rivede. Ora vi mangio tutti, senza lasciare ossa >
LA GALLINA RIFERENDOSI AI PULCINI <Mettetevi dietro di me !!>
LA VOLPE <Cosa hanno in bocca?>
GALLINA<Tante belle code di volpi >
LA VOLPE <Perché il piccolo non ce l'ha?>
LA GALLINA <Perché lui vuole la tua!>
La volpe iniziò a inseguirli, senza fermarsi, affamata come era, non voleva
perdere un'occasione così buona. Ad un tratto inciampò finendo in una pozzanghera. Un po' scossa dalla botta, si rialzò e continuò ad inseguirli.
Alla gallina si tolsero delle piume che finirono addosso alla volpe affamata, facendola adesso sembrare una gallina.
Corsero tutti per un lungo tempo, si fece sera e arrivarono ad una stalla, molto più grande e bella di quella dell'inizio.
La gallina venne accolta calorosamente, mentre alla volte fu riservato ben altro trattamento: venne uccisa perché era molto magra.
La gallina camminando per l'aia vide un bel gallo, i due si fidanzarono, ebbero molti pulcini e vissero tutti insieme felici e contenti.









 








Infine, i bambini, in coppie formate da un bambino grande e uno piccolo, hanno collaborato per realizzare le illustrazioni della storia.













venerdì 12 febbraio 2016

Petuzzo

Petuzzo
sezione II e classe IV B











 “Conoscete la novella dello stento che dura tanto tempo e non finisce mai?

No?

Non si dice no alla novella dello stento che dura tanto tempo e non finisce mai, si dice?

Si!

Non si dice sì alla  novella dello stento che dura tanto tempo e non finisce mai, si dice?
Boh!
Non si dice boh! alla  novella dello stento che dura tanto tempo e non finisce mai, si dice?…”

L’altra sera con mio figlio, prima di dormire, abbiamo tirato fuori le vecchie novelle, quelle dei suoi nonni e della nostra tradizione: il piccolo naviglio, la novella dello stento, Piccinino.

Ma la sua preferita, e insieme a lei la canzone di Branduardi Alla fiera dell’Est, è la novella di Petuzzo.

La mamma dice a Petuzzo:

Petuzzo vai nell’orto a prendere il cavoluzzo per il tuo babbo che è malato.

“No!”

Cane mordi Petuzzo che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo

per il suo babbo che è malato.
“No!”
Mazza bastona il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Fuoco brucia la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Acqua spengi il fuoco che non vuole bruciare la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Bove bevi l’acqua che non vuole spengere il fuoco che non vuole bruciare la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Fune lega il bove che non vuole bere l’acqua che non vuole spengere il fuoco
che non vuole bruciare la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.
“No!”
Topo rodi la fune che non vuole legare il bove che non vuole bere l’acqua che non vuole spengere il fuoco che non vuole bruciare la mazza che non vuole bastonare il cane che non vuole mordere Petuzzo
che non vuole andare nell’orto a prendere il cavoluzzo per il suo babbo che è malato.

“Rodo rodo!”dice il topo

“lego lego!” dice la fune

“bevo bevo!” dice il bove

“spengo spengo!” dice l’acqua

“brucio brucio!” dice il fuoco
“mordo mordo!”dice il cane
“do do!” dice il bastone
“vo vo!” dice Petuzzo.
E va nell’orto a prendere il cavoluzzo
per il suo babbo che è malato.